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Superare i propri limiti grazie al kitesurf
Intervista al nuovo Istruttore di kitesurf IKO Gaby Cano
Il kitesurfer professionista Gaby Cano è stato recentemente certificato Istruttore IKO.
Gaby ha una paralisi brachiale al braccio destro, ma ciò non gli ha impedito di raggiungere i suoi obiettivi.
Gaby è di Las Palmas de Gran Canaria. È arrivato secondo nel campionato spagnolo di wave riding, 2019 e terzo nella GC Air Battle, 2018.
Abbiamo incontrato Gaby per saperne di più su di lui e sulla sua carriera nel kitesurf.
Come ti sei avvicinato al kitesurf?
Ho stretto un forte legame con il mare fin da piccolo. A 10 anni ho iniziato a praticare bodyboard. A 14 anni a gareggiare e vincere diverse competizioni, fino a diventare il campione delle Isole Canarie. Nel 2008 ho imparato a fare kitesurf. Ai tempi, non c’erano istruttori sull’isola, così ho comprato un kite e chiesto aiuto a kiter esperti. Ho passato molti giorni a terra ad allenarmi solo con il kite. La priorità era imparare a controllarlo per entrare in acqua in sicurezza. Tutti mi dicevano di stare attento e che non sarebbe stato facile. Ho rifiutato di arrendermi. Ero convinto che la difficoltà per me sarebbe stata la medesima, se non addirittura inferiore, di quella di una persona senza disabilità. Credo che stia tutto nella nostra mente. I limiti non esistono; siamo noi che li creiamo.
Raccontaci del tuo spot o della tua esperienza di kitesurf preferita.
Le esperienze memorabili sono tante. Se devo sceglierne una, però, direi il viaggio in Indonesia, nell'isola di Sumbawa. È stato incredibile; condizioni di vento e onde perfette ogni giorno e ottima compagnia. Mi ha lasciato bei ricordi e lo consiglio a tutti i kiter. Per il mio spot preferito, invece, non andrei tanto lontano. La mia isola, Gran Canaria, offre una grande varietà di spot: Playa de Vargas, Playa de Jinamar, Playa del Inglés e Las Burras. Tra questi, direi Playa del Burrero. Le condizioni sono ottime: sia acqua piatta che onde e il vento soffia quasi tutti i giorni dell'anno a una media di 30 nodi. È il posto perfetto per fare kitesurf e invito tutti a provarlo. Ogni volta che entro in acqua è una nuova esperienza!
Che impatto ha avuto la paralisi brachiale sulla tua vita e sul kitesurf?
Nessun impatto. Ho sempre fatto quello che mi ero prefissato di fare. Non mi sono mai lasciato scoraggiare dalla mia disabilità, l’ho superata e non mi interessa ciò che pensa la gente in merito. Io non mi vivo così e per questo penso che tutto ciò che faccio sia semplicemente normale.
Quando vado in una spiaggia dove non mi conoscono, la prima cosa che mi dicono è che sono pazzo e di stare molto attento in acqua, perché le condizioni non fanno per me. Potete immaginare la sorpresa quando mi vedono navigare. Onestamente credo che siano gli altri a porre limiti, io non ne ho.
Perché hai scelto di diventare un Istruttore di kitesurf IKO?
Quando ho iniziato a fare kitesurf ho capito subito che, non appena fossi stato pronto, sarei voluto diventare istruttore IKO. All'inizio insegnavo agli amici, ma nulla di professionale. Poi ho cercato online e trovato un corso presso il Centro IKO KTS di Tarifa, tenuto da Mariano Lorenzetti. Ho deciso che era arrivato il momento giusto e ho partecipato.
Insegnare mi appassiona, mi piace molto quando gli allievi si divertono e progrediscono grazie alla mia guida. Molti restano sorpresi quando mi vedono e si chiedono come sia possibile che un istruttore abbia una disabilità. Quando entriamo in confidenza me lo chiedono e la mia risposta è sempre la stessa: se posso fare kitesurf io, chiunque può farlo. I limiti non esistono.
In che modo il kitesurf ha influenzato la tua vita?
L’impatto è sempre stato positivo. Faccio quello che mi piace veramente e mi godo lo sport che amo, ogni giorno di più. Ogni sessione è diversa, ogni spot è diverso e il kitesurf mi ha aiutato a esplorare altri paesi e scoprire nuove onde. Praticare uno sport come questo mi permette di stare sempre a contatto con la natura, è un lusso che molti hanno perso e per me è fondamentale.
Mi piace anche il contatto con le persone e insegnare loro lo sport che amo. Ogni studente è diverso, ma tutti possono divertirsi quanto me. Spero in futuro, se tutto andrà bene, di aprire un mio Centro IKO.
Che consiglio daresti ai tuoi compagni kiter?
Direi loro di ascoltare altri kiter e istruttori e condividere le loro opinioni ed esperienze. Non importa se si tratta di qualcuno con più o meno esperienza. Di solito gli istruttori troppo esperti non ascoltano, pensano che ciò che fanno sia per forza giusto. Io invece credo che possiamo sempre imparare, da chiunque.
Inoltre, voglio incoraggiare le persone a godersi questo meraviglioso sport il più possibile, ma sempre in sicurezza. Non importa quanto si è bravi, la sicurezza deve essere sempre una priorità. Dobbiamo anche aiutare chi sta iniziando e dargli buoni consigli.
Invito tutti ad avventurarsi nel mondo del kitesurf. Se lo provi, non te ne pentirai!
Puoi saperne di più su Gaby visitando il suo sito web: gabycanokitesurf.wordpress.com o il suo account Instagram @gabycanokitesurf