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Intervista all’Examiner e Istruttore di kitesurf IKO Felix Fleischer
Felix Fleischer è un nuovo Examiner IKO. Lo abbiamo incontrato per parlare della sua carriera nel mondo del kitesurf e del suo percorso di formazione professionale IKO.
Come ti sei avvicinato al kitesurf?
La prima volta che ho visto un kite dal vivo è stato durante un progetto universitario in Sud Africa, vicino a Durban. Non so se l’avessi già visto prima in TV, ma ricordo il momento in cui, guidando lungo la costa, ho visto i kite volare davanti a me. È stato sorprendente! Ho fermato la macchina e li ho osservati per qualche minuto. Quindi, sono sceso in spiaggia e ho chiesto dove poterne acquistare uno. Uno dei ragazzi mi ha indicato un surfshop locale dove, per comprare un set completo di attrezzatura da kitesurf, ho speso tutti i soldi che mi erano rimasti per il viaggio. È stato questo il giorno in cui ho iniziato a fare kite.
Raccontaci del tuo spot preferito o di una tua esperienza in kite.
È davvero difficile scegliere lo spot preferito. La possibilità di viaggiare e continuare a scoprire paesi e luoghi diversi è una delle cose che mi piacciono di più di questa vita. Dovendo scegliere, però, direi che i miei due spot preferiti si trovano in Australia. Si tratta di Botany Bay a Sydney - che, essendo in città, è davvero conveniente - e non troppo lontano Cronulla che ha onde fantastiche, ideali per quando ti stanchi dell'acqua piatta. Un altro spot che mi piace si trova vicino a Perth, nell'Australia occidentale, e il principale motivo è che non c'è mai nessuno. Il vento è consistente e hai tutto lo spazio che vuoi - in realtà, non c'è molto altro da fare, se non surf.
Perché hai deciso di dedicarti professionalmente al kitesurf?
Più che una vera e propria decisione, è stata un'opportunità che mi si è presentata in Cina. Mi sono trasferito lì per studiare e ogni giorno dopo le lezioni andavo nella scuola di kite più vicina ad aspettare che si alzasse il vento. Mi è capitato molto spesso di fare salvataggi con la mia raceboard, perché spesso il vento non era abbastanza forte o calava del tutto nel pomeriggio. Un giorno il proprietario della scuola mi ha chiesto se potevo aiutarlo a tenere un corso a uno dei clienti e l'ho fatto. È andata molto bene e dopo un paio di settimane ho fatto il mio corso di formazione per Istruttori - Instructor Training Course (ITC) - e ho ottenuto la certificazione professionale IKO. Ho iniziato ad amare molto l'insegnamento e ad apprezzare il fatto che il lavoro fosse molto vario. Credo che il valore aggiunto siano state le conversazioni con i miei allievi: mi hanno permesso di imparare molto sulle persone, sui loro background e modi di pensare. Questo lavoro mi ha inoltre permesso di risparmiare e di finanziarmi durante i miei studi universitari.
Perché hai deciso di diventare Examiner IKO?
Questa è stata una scelta ben deliberata. Dopo aver finito l'università ho fatto quello che normalmente fa un bravo neolaureato in economia e commercio; ho iniziato a lavorare in consulenza. Il lavoro andava bene, era ben retribuito e a suo modo interessante, ma non è mai stata la mia passione. Insegnare kitesurf è molto più gratificante e formare professionisti è una sfida che dà ancora più soddisfazioni. Forse è proprio questa la ragione per la quale mi ha affascinato il percorso professionale nel mondo del kitesurf: amo le sfide. Mi piacerebbe organizzare ITC in Cina, questa è un’altra delle ragioni per cui ho deciso di fare domanda per partecipare al training Examiner.
Che impatto ha avuto sulla tua vita la carriera professionale nel kitesurf?
È una domanda difficile, le sfaccettature sono molteplici e non so nemmeno da dove iniziare per rispondere… Insegnare kitesurf mi ha permesso di imparare di più di quanto non abbia imparato durante tutto il tempo trascorso a scuola, all'università e in ufficio. Lavorando come Istruttore hai modo di incontrare tante persone, tutte diverse, che si rivolgono a te per molteplici ragioni e puoi accogliere i loro argomenti e punti di vista. Si tratta di un’occasione unica per aprire la propria mente e imparare a riflettere. Se vuoi che la tua lezione sia soddisfacente, devi adattarti all’allievo, capirlo e seguirne progressione. Devi gestire le sue emozioni; insegnargli a gestire i fallimenti e i successi. Devi davvero scoprire la persona che hai davanti anche dal punto di vista umano, non solo sportivo-didattico. Ciò vale sia durante le lezioni ai kiter che durante i corsi ai professionisti. Un altro aspetto formativo di questo lavoro è la gestione dei cambiamenti e delle criticità. Devi imparare a gestire le tue reazioni e dare l’impressione che sia sempre tutto sotto controllo. Insomma, insegnare kitesurf è molto di più di quello che si pensa e mi riempie al punto che io non potrei farne a meno.
Che consiglio daresti ai tuoi colleghi?
È difficile dare un vero e proprio consiglio, ma certamente posso dirti cosa mi ha aiutato durante il mio percorso. Credo sia fondamentale trovare e creare delle connessioni, mettere in relazione tra loro le esperienze, gli insegnamenti e le persone, a partire da te stesso. È importante scoprire come puoi fare tesoro di qualcosa che hai imparato insegnando kitesurf e applicarla in altri aspetti della tua vita e viceversa. Si tratta di unire i puntini e ottenere così l’immagine completa.
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